Il Sindaco e Pasquale

 
 
Questa volta il mio amico Pasquale De Palo, Assessore alla Cultura, non c’entra per niente. Anzi, lui è l’unico che risponde punto per punto.
 
Ma, a parte questo, è da un po’ che mi sembra di vivere nella Città di Pasquale – inteso alla maniera della celebre gag di Totò.
 

Perché anche qui c’è uno che prende mazzate (un Sindaco, e con lui l’intera Amministrazione) un giorno sì e l’altro pure – senza reagire.

Il suo ex concorrente

in campagna elettorale lo denuncia insieme a tutto il suo comitato elettorale e lui, niente. Tanto, non è Pasquale?

Lo abbiamo invitato a prendere pubblicamente posizione sulla vicenda, comunque di assoluto interesse pubblico (un consigliere comunale in causa col suo Sindaco). Ma lui, niente. Tanto, non è Pasquale?


Ogni mese, o anche meno, arriva una sentenza milionaria a carico del Comune, per i guai combinati con gli espropri dallo stesso “politico” ex-concorrente, e lui niente. Tanto, non è Pasquale?


Lo abbiamo invitato a prendere pubblicamente posizione anche su questa vicenda, che rischia di trascinare il Comune e la Città al fallimento entro poche settimane – perché è di assoluto interesse pubblico che la Città sia informata. Ma lui, niente. Tanto, non è Pasquale?


Non solo. Non solo il Sindaco prende le botte destinate a Pasquale. Ma ne deve sopportare anche l’affronto, l’attacco continuo, il disprezzo.


Perché, a differenza che nello sketch di Totò, il Pasquale locale parla eccome; fa interrogazioni; affigge manifesti; giudica e si erge sopra chi sta prendendo botte al posto suo; si autoqualifica come “giusto interlocutore” (disprezzando così quelli istituzionali) per il problema degli espropri e così via.


Ora, tutti sappiamo chi è Pasquale.


Ma tu, Vito, perché ti ostini a prendere le botte al suo posto?


Se lo fa Totò, fa ridere. Se lo fa il Sindaco della mia città, beh, è tutta un’altra storia.


Persino sulla banale (ma seria) questione del Punteruolo Rosso il Comune ha fatto a tutt’oggi orecchie di mercante. Finiremo probabilmente per perdere le bellissime palme di fronte alla scuola Bovio. Ma tanto che importa? Non è mica Pasquale


Oggi infine, dopo mesi della nostra lunga e solitaria battaglia per portare a pubblica conoscenza i dati e le responsabilità del disastro imminente, con il Comune sull’orlo del Default – finalmente leggiamo su un sito locale un timido accenno al problema. Ma così timido che non ci si capisce nulla. 

 
Da Ruvolive dell’8 luglio.


Si parla infatti di un “debito fuori bilancio” – senza la minima spiegazione. 

Ora, i lettori di RuvoLibera sono ben informati e conoscono perfettamente la verità. Sanno che questi 1,8 milioni sono solo la prima rata, per così dire – cioè l’effetto della prima sentenza di tante – e che lo stesso Comune prevede ufficiosamente un conto finale di 17,5 milioni di euro. Che NON ha. Ma su questo, neanche una parolaTanto, non è Pasquale?


Signor Sindaco, Caro Vito, ma si può sapere quale diavolo di ragione ti impedisce di dire pane al pane e vino al vino, di raccontare le cose come stanno, cause ed effetti, autori e mandanti, vittime e complici, cornuti e mazziati?


A costo di sembrare petulanti (ma siamo disposti ad esserlo, per il bene della Città) te lo chiediamo ancora una volta, Vito.


Prendi posizione. Spiega pubblicamente, totalmente e con trasparenza quello che sta accadendo.

Pubblicamente. Perché il Consiglio comunale non basta.

La città non sa. Ma vuole ed ha il diritto di sapere


Sono finiti i tempi in cui certe cose si lavavano in casa, come i panni sporchi; ovvero si gestivano nelle fumose segreterie in attesa della dimenticanza generale.


E quando il Comune affonderà tra debiti non suoi – ma cui è tenuto per legge a far fronte – tutti daranno la colpa a te, Vito, al capitano della nave. Quando le responsabilità sono ben altre. Quando è stata tutt’altra persona a minare la chiglia e a preparare il disastro.


E il paradosso sarà che quella persona, lo Schettino di turno, proverà a rifarsi una verginità addossandoti tutte le colpe. A te e a tutte le altre Amministrazioni, tranne la sua. È davvero questo che vuoi?

Far precipitare la città indietro di vent’anni dopo che, insieme, con una grande vittoria di popolo, ben oltre i recinti e gli schieramenti tradizionali, abbiamo fatto tanto per raddrizzarla e darle un’altra possibilità?

Parla, Vito. Per l’amor di Dio e per il bene di questa città. Oggi è il terzo Consiglio in 12 giorni. È proprio l’occasione giusta. La situazione è critica abbastanza.


Non sappiamo perché ti è piaciuto prenderti mazzate che non erano per te, ma per Pasquale.


Ma giungere a prenderti la responsabilità di un tale fallimento epocale – davvero – neanche Totò ci sarebbe potuto riuscire. E lui non faceva neppure il Sindaco.


Hai sospeso gli Assessori ma qui, in realtà, in sospeso è la vita civile (e non solo) di tutti noi, nostra e dei nostri figli.


Chiudi la partita e lascia Pasquale nel suo passato. 


Noi occupiamoci del futuro. Fino a che ne abbiamo uno.

 
 
mario albrizio