La Notte della Cultura

Caro Pasquale, ti ringrazio intanto per questa risposta così lunga, articolata, puntigliosa e, in una parola, “forte”. Che denota saggezza nel saper affrontare le criticità. Ma anche e soprattutto rispetto non solo e non tanto verso di me, ma verso il cittadino-che-critica.
Dovrebbe essere normalità. Ahimé, è ancora eccezione – e questo va tutto a tuo onore.

Detto questo, lasciami aggiungere che, se la forma mi soddisfa e mi onora, per lo sforzo che c’è dietro; i contenuti mi lasciano nel complesso altrettanto o ancora più insoddisfattoProverò a spiegarlo punto per punto, anche per correggere (se mi consenti) qualche errore di interpretazione di quello che ho scritto.


Pasquale De Palo, Assessore alla Cultura

 

Risposta a Mario Albrizio

pubblicata da Assessorato Cultura Turismo Sport il giorno mercoledì 20 giugno 2012 alle ore 16.10

 
Caro Mario,
è sinceramente un piacere ricevere critiche da un amico quale ti reputo. 

E fai bene.

 
E mai sono state così tempestive. Come 6 mesi fa avevo fatto, allo scadere del mio primo anno di mandato da assessore stavo preparando la mia relazione da divulgare ai cittadini su quanto l’Amministrazione Comunale ha fatto in questo anno di mandato relativamente alle deleghe affidatemi. Colgo l’occasione per risponderti e per contestualmente fare un punto della situazione.
 
Il primo punto a cui voglio rispondere e “cultura o spettacolo”?
 
Devi sapere che nella coscienza di questa Amministrazione la differenza è ben chiara, ma nessuna delle due è inutile come si vorrebbe insinuare

Ma spiace ma io non l’ho affatto insinuato. Né scritto, né pensato. E, per inciso, se c’è un appunto che proprio non mi si può fare è di “insinuare”: credo di aver dimostrato più volte, anche in contesti difficili, che amo parlar chiaro, costi quel che costi.

Nel caso specifico ho detto testualmente che “il divertimento e l’evasione (… hanno sicuramente la loro dignità) . Che è precisamente il contrario di ciò di cui mi accusi.

Ho detto che però non sono Cultura. E su questo mi pare che siamo d’accordo (vedi oltre).

 
Spettacolo non è divertimento. Uno spettacolo degno di tale nome può essere cultura, anche se resta sempre uno spettacolo. 

Questa non l’ho capita, ma mi fido. Certo che uno spettacolo può fare cultura. Ma non ogni spettacolo. Segnatamente, non un concerto rock col divo di passaggio. Che produce piuttosto l’effetto contrario. La divinità mediatica scesa tra i comuni mortali (tutt’altro che gratuitamente) per illuminarli e tornata poi nel suo olimpo inaccessibile.

Questo, superato il momento fuggente, produce estraniamento e frustrazione. Senso di inferiorità e abbassamento della propria autopercezione. Tanto più nei giovani, costituzionalmente alla ricerca d’altro


La Cultura è invece costruzione equilibrata di sé, protagonismo civile, serenità nell’autopercezione e confronto alla pari con gli altri.

Non noti qualche differenza?

 
Da un report 

quale? fatto da chi?

 
presentato in sala consiliare non più tardi di venerdì scorso (15 giugno), è emerso che quasi il 70% dell’economia della nostra città è agricoltura

ma va’?

(29.2%), commercio 

(29.4%), ristorazione, servizi, ricezione turistica, 
mentre l’edilizia rappresenta poco più del 15%. 

Intanto 70+29,2+29,4+15 fa 143,6%, anziché 100%. Come lo spieghi?

E poi che c’entra? Stiamo parlando di Cultura. Non di edilizia
Perché mi fai questo sermoncino? Come sai, non sono costruttore edile né affine. Semmai un infinitesimo costruttore di Cultura; quello sì. Almeno ci provo.

E detto per inciso, mi meraviglio che l’edilizia a Ruvo conti ancora il 15%. Dopo vent’anni di disastri amministrativi e inoperosità, francamente pensavo fosse sotto zero. Altrimenti come spiegarsi che le case a Ruvo costino più che a Parigi?
 
Vorrà mica dire che quel paese a totale vocazione agricola oggi si è trasformato in una cittadina a vocazione turistica, 

ma dai, questa non la commento – non posso pensare tu lo dica veramente. Sembrerebbe tu non abbia mai visto delle cittadine davvero “a vocazione turistica”. Non puoi dirlo seriamente.

 

con i prodotti tipici (vino, olio, mandorlaccio, calzone…) legati ai beni culturali ed alle tradizioni quali attrattori della città? 
Di nuovo questa storia? Con questo “legame” si sono ridotti nello stato in cui sono sia la Città, sia l’economia, sia la Cultura. Non penserai di essere stato tu l’iniziatore di questo trend così nefasto… E ancora vogliamo continuare?

Crediamo di sì! E crediamo che è ora di attirare turisti. Ora, su questo aspetto la cultura non è al centro, ma è un anello fondamentale. 

Hai ragione, in tutto questo su questo aspetto la cultura non è al centro,  e per la verità neanche in periferia. Forse nemmeno sullo stesso pianeta.

Perché quello che suggerisci, puntellandoti con i report, è un uso drammaticamente strumentale della Cultura.


Come se la Cultura serva e debba servire a vendere commercialmente la Città. Ma non è per niente così. Te lo dico (se posso permettermi la definizione) da uomo di cultura.


Ma te lo dico ancor di più da specialista di marketing e comunicazione, con 25 anni di esperienza alle spalle e clienti anche di levatura nazionale e internazionale.


Pensare di fare marketing con la Cultura/spettacolo a spese pubbliche è una pura follia che rasenta il suicidio. Perché rovina l’immagine della Cultura (e quindi della città), strumentalizza lo spettacolo attirando (se lo attira) il turismo peggiore, quello mordi e fuggi che porta (pochi) soldi nelle tasche di pochi e molti problemi sulle spalle di tutti. Se è questo che vogliamo, allora i concerti/sveltina sono perfetti.


Ma io continuo a sostenere che la Cultura è altro. Ben altro.

 
Non si può dire, come tra le righe si legge nel tuo articolo, che l’Amministrazione coniuga in spettacolo ed economia la cultura perché tra poco ti darò degli esempi, ma non si può non riconoscere che se dobbiamo promuovere il turismo, dobbiamo essere attrattivi. E l’attrattività si esercita a con vari mezzi a seconda delle fasce da aggredire.

Come sopra. Illudersi di fare turismo con i concerti è una strumentalizzazione della Cultura non solo inutile, ma controproducente.

In ogni caso lo ribadisco: MAGARI stessimo parlando di una corretta coniugazione della cultura e dell’economia.


Gli spettacoli pagati dal finanziamento pubblico a vantaggio di una parte degli esercenti non sono economia, tantomeno sviluppo. Sono al massimo contributo ed elargizione di categoria (sempre a spese della collettività).


Cultura ed economia possono e devono andare d’accordo, ma rispettando e valorizzando, non mischiando e confondendo i relativi ambiti e le rispettive potenzialità.


Sviluppo è tutt’altro. Cultura è tutt’altro. Continuare a confonderli è la migliore garanzia per continuare a rimanere nella nostra condizione di sottosviluppo culturale ed economico (e di conseguenza, sociale).

 
Concato portò il tutto esaurito a Ruvo e ce ne vantiamo. Perché vuol dire che i 15.000 euro spesi in una serata sono stati totalmente recuperati dalla città, quasi esclusivamente con “danaro” proveniente da fuori. Su tale tema, ti invito a leggere il report commissionato dall’università di Losanna da parte della Regione Puglia, sull’effetto dello spettacolo sull’economia pugliese.
Bennato? E’ andata ancora meglio, perché associandolo alla maggiore Festa Patronale ci ha consentito di diffondere ai cittadini pugliesi, lucani e campani che sono arrivati a Ruvo una nostra secolare tradizione, oltre a dare una sferzata alla nostra economia fondamentale. Ma ti dirò di più: con Concato e Bennato abbiamo con la Pro Loco organizzato poche ore prima dei concerti il “Trekking urbano nel Centro Storico”, per cui molti turisti attirati dal concerto hanno poi visitato i nostri beni culturali.

Sarei curioso di sapere quanti pugliesi (di dove?) lucani e campani (guarda caso: familiari e amici a parte, immagino) sono venuti qui per Bennato. 

E come fa il Comune a saperlo? Avete schedato tutti i partecipanti? Suppongo di no. E allora, tutte queste certezze da dove originano? Trovo qualcosa sul report dell’Università di Losanna? 😉

 
Bennato e Concato sono cultura? Dal mio punto di vista no. 

E meno male…

Ma allora perché lì 50.000 euro(più 14.000 di “biglietti”), e quando si presenta un progetto (se posso permettermi) culturalmente un po’ più serio (nel senso: di lungo periodo) il ritornello è che non ci sono soldi?


E sia chiaro che non parlo di te o di me e/o della mia associazione – ma riferisco per così dire un parlare comune .

 
Hanno dato il miglior risultato rispetto agli obiettivi posti? Assolutamente sì. Queste iniziative non sono state messe in campo per far sollazzare i nostri concittadini, 

? Allora, se non è Cultura e non è “sollazzo”, perché abbiamo pagato? E perché i “seduti” hanno doppiamente pagato?

ma per creare opportunità di conoscenza del nostro territorio, della nostra enogastronomia, delle nostre tradizioni a chi ruvese non è. Tutto semplicemente qui. 

Tutto in una sera? Anzi in poche ore ? Wow…

 
Aver riempito Piazza Matteotti con 1400 posti a sedere e circa 5000 cittadini in piedi 

Io veramente ho visto qualche foto e un filmato che documentano chiaramente il sostanziale (non totale) riempimento della platea (per così dire) e un ben scarso riempimento del resto della piazza, senz’altro poche centinaia di persone. 

È vero che non ho avuto la forza di sciropparmi tutto il video (dove ho contato ben mezz’ora di introduzioni varie…) ma le immagini sono eloquenti.


Voglio sperare che la piazza si sia riempita dopo. Altrimenti vuol dire che non usiamo le stesse unità di misura. 


circa 5000 cittadini in piedi  (quindi alcun obbligo di biglietto per poter assistere agli spettacoli!)

Perché? Dovevano pure pagare? E ci mancherebbe! È già abbastanza scandaloso che abbiano pagato gli altri.

In ogni caso, anche a prendere per buone le cifre di cui sopra e attribuire 6.400 presenze in piazza – resta che circa 20.000 altri ruvesi hanno pagato per uno spettacolo che NON hanno visto e magari NON volevano.


Non ti pare che qualcosa non quadri?

 
nonostante la contemporaneità di una Notte Bianca nella tanto invidiata Molfetta, forse qualcosa vorrà dire.

Ed eccola di nuovo, la “contemporaneità”, il complesso freudiano della città vicina. Il perché a Corato sì e a Ruvo no e così via. 

Ma se c’è una cosa che la Cultura non è, è sicuramente l’imitazione. Il livellamento. Soprattutto al basso.

 
Ma tu ti chiedi se questa è cultura o marketing territoriale. La risposta a questo punto è ovvia. L’Amministrazione di Ruvo non ha né deleghe assessorili né capitoli specifici sul marketing territoriale. E allora queste azioni devono per forza di cose essere portate avanti dall’assessorato alle politiche culturali e turismo oltre che commercio e attività produttive.

Veramente poche righe più su l’hai detto tu che è marketing. Dal mio punto di vista ripeto solo: magari lo fosse!

Un marketing serio (cioè, professionale e sempre di lungo periodo) farebbe crescere la città e il territorio, e RIMPOLPARE, non svuotare le Casse del Comune.

 
In un periodo di crisi economica e di IMU incombente non si può pensare che le attività che producono il 70% dell’economia locale devono essere lasciate a loro stesse nel promuovere le loro attività ed i loro beni. 

Scusa ma il 70% non era l’agricoltura? Ma di che dati stai parlando?

 

E comunque, sempre prendendo tutto per buono, fammi capire. Spendiamo (per un solo concerto di piazza) 35.000 euro pubblici, usciti dalle tasche di tutti noi, più 14.000 euro (circa) di biglietti, comunque usciti dalle tasche di parte della città, per portare qualche cliente mordi e fuggi nei ristoranti e nelle pizzerie? 

Si potrebbe sapere, con dati seri e scontrini, di quanto è aumentato (se lo è) l’incasso dei suddetti esercizi rispetto alla media degli stessi giorni senza concerto?


Sono molto curioso. E sarei molto sorpreso se si raggiungesse anche solo la metà della cifra spesa. E sono sicuramente MOLTO ottimista.


Ma anche supponendo che si sia recuperata l’intera somma, in realtà si è trattato di un travaso di fondi pubblici in tasche private. Il che fa male ai fondi pubblici. Ma fa male anche di più alle tasche private, perché 


1. vorranno sempre altri “eventi” come questo, sempre di più, per ovvie ragioni: una droga difficile da smettere, ma che il Comune non può permettersi di somministrare all’infinito; 


2. trascureranno di migliorare il prodotto e quindi la propria competitività sul mercato, che è l’unica cosa che può dare loro una reale sicurezza.

Davvero non c’era di meglio da fare?

Una volta a Bergamo un collega settentrionale, saputo che ero di qui, esclamò: “Ah, Ruvo, la città della ***”. E mi fece il nome di un noto ristorante di carne.


Questa è la via maestra. Sono le attività di eccellenza che fanno parlare della città. Non il contrario. Sperare di attirare il turista col vaso di Talos per poi sperare che mangi o dorma qui è una pura illusione costosa, improduttiva, dispersiva, estenuante e sterile.


D’altronde sono generazioni che si mette in opera questo trucchetto di marketing casereccio antidiluviano – e non ha mai funzionato. Perché dovrebbe funzionare oggi?


Il turista non va “attirato”. Non è una mosca. Va trattato alla pari. Come amico. Non si tratta di fregarlo ma di farlo entrare in famiglia. Farlo sentire a casa. È un lavoro molto più lungo e complesso che organizzare una strimpellata in piazza.

 
Mi spiace, ma chi ha la concezione “purista” che storce il naso alla voce economia e imprese e pensa che solo la Cultura con C maiuscola debba essere l’oggetto di una attività amministrativa, sta dimenticando qualcosa di molto importante per il futuro di questa città che ha stravolto il proprio assetto economico mentre ancora qualcuno che non se ne è accorto ancora coniuga l’edilizia con la strategia unica di occupazione in questo paese.

Prendo per buoni i dati (ancora una dimostrazione di fiducia). Ma quello che tu dici è solo marketing, e direi solo marketing strumentale, non strategico. Cioè inefficace e alla lunga controproducente.

Non si tratta affatto di una concezione “purista” e non esiste Cultura con la maiuscola o la minuscola. È Cultura o non lo è.


Quanto alla tua ossessione per l’edilizia (che NON è Cultura ma con la Cultura c’entra incomparabilmente di più di qualunque concertino di piazza) ancora una volta non capisco che ci azzecchi con l’argomento di cui discutiamo: la Cultura.


Per la cronaca, io ho fatto evangelizzazione sulla ASSOLUTA necessità per questa città di diversificare la sua offerta industriale e occupazionale, sfuggendo alla morsa edilizia-agricoltura, quando tu ancora (per tua fortuna) portavi i pantaloncini corti. Come al solito ho predicato nel deserto – ma questa è un’altra storia.


Perciò non capisco a chi stai parlando, dal momento che la tua risposta dice nel titolo di essere una risposta a me.

Siccome so che sei in buona fede, presumo sia male informato.

Rispetto al “biglietto” sono assolutamente e visceralmente convinto che la cultura e lo spettacolo siano un servizio pubblico e, come per altri servizi pubblici (penso al biglietto del trasporto pubblico o al ticket in sanità), il cittadino deve parzialmente contribuire alle spese, altrimenti sia lo spettacolo che la cultura, come oggi è, rimangono per la coscienza collettiva un qualcosa che deve essere gratuito e per i quali chi ci lavora lo deve fare non come professionista, ma come volontariato. 
Ovvero: spettacolo a pagamento=serie A. 
Volontariato=serie B. O peggio…
Sicuro di voler dire proprio questo?

Ma chiunque abbia studiato un po’ di Cultura ti potrà confermare che gran parte della Cultura migliore, in tutte le sue forme, viene prodotta quando l’artista/musicista/scrittore/filosofo e quant’altri è povero, sconosciuto e/o squattrinato


E sì, lavora gratis o letteralmente per un tozzo di pane. Che dici: ci sarà un motivo?


Poi è anche possibile che produca qualcosa di buono o di grande quando è affermato e magari ricco. Ma solo se ha altri problemi (per esempio, sentimentali) che lo lacerano. È il bisogno che aguzza l’ingegno, non i finanziamenti pubblici. E questo vale per gli artisti. Ma anche per i ristoratori e i pizzaioli e tutti gli altri.


Essere pagati è una necessità di vita. Che però con la Cultura non c’entra per nulla, e se c’entra, è per danneggiarla. Non ne parliamo, poi, essere stra-pagati. E, ancor di più, essere stra-pagati mentre tutti gli altri devono tirare la cinghia.


Questo è business as usual, il così fan tutti, non certo Cultura. La Cultura è precisamente il superamento di tutto questo.

 
Valorizzare alcuni eventi culturali o di spettacolo, e attivare la coscienza del valore di questi passa anche dalla disponibilità del cittadino a contribuire con un apporto economico che però non deve nella maniera più assoluta essere proibitivo, altrimenti avresti ragione tu, caro Mario. 

Il problema NON è affatto di quantità. Il problema è di merito, è logico ed assoluto.

Se qualcosa viene finanziato con fondi pubblici DEVE essere gratuito. Se l’artista vuole essere pagato metta su uno spettacolo capace di attirare il pubblico, senza spennare le pubbliche casse.


L’incesto tra fondi pubblici e “artisti” finisce per depauperare sia le pubbliche casse che la creatività. Così che gli artisti di oggi troppo spesso sono a caccia di finanziamenti pubblici anziché di buone idee


Una realtà nazionale tristemente sotto gli occhi di tutti. E vogliamo ancora difenderla? Anzi, promuoverla ? Suvvia.

 
È vero che Bennato è stato pagato dall’Amministrazione, ma il comitato feste dove avrebbe preso i soldi per luminarie, banda da giro e tutto quanto rientra nel modello di “festa Barocca Pugliese”, quale è l’Ottavario? Dove avrebbero preso i soldi per tornare ai quattro altari che ricordano le porte di ingresso alla città e che negli ultimi anni erano miseramente passati nel dimenticatoio? 

È un problema del comitato feste, che è un ente privato. Non capisco perché debba diventare un problema pubblico ed essere messo a carico dei cittadini. Di tutti. Anche di quelli che non sono d’accordo.

Perché mica mi vorrai dire sul serio che il concerto in piazza (che abbiamo riconosciuto entrambi non essere cultura) ha la stessa valenza di necessità del biglietto per i trasporti o del ticket per la sanità – vero?

 
Possono i cittadini contribuire ad un bene culturale immateriale oltre che attrattore turistico quale la Festa Patronale? 

Certo che sì. E lo fanno già fornendo il TOTALE budget comunale per l’evento. Che altro devono fare? Un prelievo sanguigno?

 
Può con il biglietto il comitato finanziare la festa con danaro proveniente da cittadini di altre città che hanno partecipato alla serata? 

Ma dai. Ancora con questa storia? Quanti cittadini di altre città (supponendo sia meno grave)? Contati come? Che hanno speso quanto?

 
Credo non solo che possano, ma che debbano farlo!
Ma allora l’Assessorato alle Politiche culturali si è “steso prono” alle logiche economiche?

Ma magari. Di (vera) economia abbiamo bisogno! A me sembrano solo logiche politiche – almeno nel senso ahimé quotidiano del termine.

Accontentare il comitato feste patronali e accontentare una parte dei ristoratori, due consistenti lobbies che – secondo una certa politica – è bene tenersi buone.


Ma a quale prezzo? A carico e a vantaggio di chi?


Con quale etica, mentre il Comune è a un passo dal default e agli operatori culturali, e persino agli indigenti che chiedono aiuto, si risponde sempre con la stessa solfa?


Mentre non si investe un solo euro per uno sportello Europa SERIO, efficiente e non clientelare, che aiuti a intercettare i giganteschi fondi europei che ci volano inutilizzati sulla testa… mentre imprese continuano a chiudere e operai a tornare a casa senza speranza. 


Ma via – è davvero questa la soluzione?

 
Credo di no, se in 12 mesi di lavoro sono stati prodotti questi risultati:
1)      Candidato a finanziamento l’infrastrutturazione di Palazzo Caputi per diventare Museo Casa della cultura e del Libro, contenendo al contempo anche la Biblioteca Comunale “P. Testini”, pensando anche al futuro con la dotazione di e-book e di infrastrutture virtuali per portare a conoscenza gli utenti del patrimonio archeologico che Ruvo ha sparso nel mondo.
2)      Prevista l’assunzione di un funzionario con Mansioni di Direttore di Museo e di Biblioteca
3)       Implementate le postazioni internet della Biblioteca Comunale
4)      Organizzata una Mostra d’arte contemporanea all’ex convento dei Domenicani consentendo dopo anni la fruizione del primo piano della struttura ai cittadini
5)      Organizzata sempre nell’ex Convento dei Domenicani una grande mostra di “biosculture” con la collaborazione di Giulio De Leo, preceduta da un frequentatissimo laboratorio di teatro danza.
6)      L’estate scorsa organizzato un laboratorio teatrale con spettacolo conclusivo con l’ass. Kuziba
7)      Nel settembre scorso organizzata una serie di incontri e concerti presso l’ex Convento dei Domenicani con l’associazione Marlin, con concerti di giovani musicisti ruvesi emergenti e con la partecipazione del presidente dell’antiracket di Gela
8)      Il comune di Ruvo di Puglia aderisce all’Associazione antiusura e antiracket provinciale, e patrocina l’apertura di uno sportello a Ruvo da parte delle ACLI
9)      Organizzato un ciclo di incontri letterari per bambini ed adulti presso la biblioteca comunale iniziato l’8 maggio e si concluderà il 24 giugno, finalizzato a riqualificare la visione di questa importantissima istituzione quale luogo deputato alla cultura, insieme a tre realtà associative del territorio
10)   Organizzati cicli di incontri sugli affreschi del ciclo Francescano del Convento dei Frati Minori Osservanti, ma anche sulla Ruvo dei Templari, sulla storia di Calentano…
11)   Rivalutata nell’ambito dei 150 anni dell’Unità d’Italia la figura di Francesco Rubini
12)   Catalizzati 60.000 euro dalla Fondazione Cassa di risparmio di Puglia per restaurare un altro stralcio degli affreschi sopra menzionati
13)    Resa fruibile al pubblico la nostra Torre dell’Orologio
14)   Avviata la digitalizzazione per rendere fruibile da qualunque computer i contenuti dei testi antichi dal 1500 al 1700 in possesso della Biblioteca “Testini”, oltre a tutte le riviste del Rubastino dagli anni ’60 ad oggi
15)   Continuato il processo di catalogazione del patrimonio librario della biblioteca
16)   Ottenuto un finanziamento per l’acquisto di 450 libri di narrativa per bambini (libri pop-up), ragazzi, adulti, collane di libri per bambini dislessici, collane di audiolibri per bambini e per adulti
17)   Organizzati in un anno varie iniziative culturali musicali, letterarie, teatrali, di danza, di grande qualità e pregio. E su questo punto l’elenco sarebbe troppo lungo e, ove richiesto, lo faccio in separata sede.
18)   Riportata in biblioteca una Platea del Monte di Pietà del 1700 restaurata dall’amministrazione Fatone, ma che vagava per le stanze del Comune con pochi a sapere dove fosse e che esistesse
19)   Costituito un accordo di programma sulla Geocultura e la Geodiversità del nostro agro.
20)   Avviato un percorso per implementare e supportare il nostro Teatro Comunale, attraverso la condivisione della programmazione, il miglioramento della logistica del teatro (ampliamento delle strutture pertinenziali), ma anche il supporto economico necessario per consentire l’avvio della prossima stagione teatrale, in attesa di ricevere i finanziamenti regionali comunitari
21)   Stiamo consolidando il percorso del “Canto nella Liturgia” che l’anno scorso ha visto la partecipazione del Maestro Frisina e quest’anno del coro della Cappella Sistina, in memoria del compianto Maestro Cantatore
22)   Insieme all’Associazione Marlin abbiamo organizzato una rassegna di band emergenti locali nella estate imminente.
23)   Stiamo facendo di tutto perché ci siano, in collaborazione con la Regione Puglia, aperture estive straordinarie del Museo Nazionale Archeologico Jatta
24)   Abbiamo organizzato una serata di musica da discoteca in Piazza Matteotti l’ultimo Capodanno per spingere i giovani che non passano la mezzanotte nelle piazze che storicamente organizzano eventi (come Bari), a rimanere a Ruvo e divertirsi in sicurezza e in città, senza dover prendere automobili e raggiungere feste private più o meno autorizzate.
25)   Per la celebrazione della giornata della Liberazione 2012, oltre alle classiche manifestazioni con l’Associazione Drive in abbiamo creato una iniziativa di approfondimento con esperti storici e di cinema, associandolo alla visione di film della corrente neorealista
26)   Organizzato nel giugno 2011 a Parco Levi i festeggiamenti del termine del Ramadan con tutti i concittadini mussulmani e invitando i cittadini di altre religioni e confessioni a partecipare per conoscere questa cultura. Molto probabilmente questo anno ripeteremo l’iniziativa.
 
Per le politiche culturali di tipo strutturale (inserisco solo le attività in itinere che completeranno il loro iter nei prossimi 6 mesi) :
  • Sta per essere bandita la gestione dell’ex centro di aggregazione minori presso il Polivalente, per realtà associative che la utilizzino per attività di tipo culturale (musica, danza, cinema, teatro)
  • Stiamo aspettando che il destino dell’ormai chiusa Comunità Montana si realizzi per far liberare un piano della struttura comunale di via S. Barbara per avviare le procedure per bandire la gestione della Scuola di Musica comunale
  • Stiamo per inviare a tutte le associazioni titolari di sede di proprietà comunale in locazione una richiesta di rendicontazione delle attività da loro svolte per capire se alcuni immobili comunali sono sottoutilizzati e possono essere affidati ad altre realtà associative in sofferenze per i fitti esosi (tante in verità!)
  • Stiamo, di concerto con la Soprintendenza ai Beni Archeologici, verificando la possibilità che enti privati si candidino alla gestione di un Museo Archeologico cittadino sito nel primo piano dell’ex convento dei Domenicani. In caso di esito negativo si procederà ad un concorso di idee per la gestione, senza affidamenti diretti e nella pura trasparenza
  • Stiamo per allocare al piano terra dell’ex convento dei domenicani la collezione di litografie e serigrafie del Maestro Cantatore (diverse centinaia) che giacciono in una stanza blindata a rischio deterioramento
  • Consentire l’utilizzo dei locali della Biblioteca Comunale negli orari non gestiti dal personale interno all’Ente da parte di associazioni le cui finalità statutarie siano la promozione della lettura
Tutto questo mi dice cha hai lavorato molto, Pasquale. Ma questo NON è stato mai messo in dubbio. Né da quello che ho scritto; né (credimi) da quello che penso.
Ma non era di questo che parlavamo.
Parlavamo di Cultura e/o spettacolo.

E anche da quello che leggo più su, senz’altro lodevole per lo sforzo, viene fuori un’idea piuttosto museale e chiusa di Cultura. Il che è sempre meglio di niente. E sicuramente meglio del concerto paesano.


Ma la Cultura vera è un’altra cosa. È VITA non meno che ARTE o PENSIERO.

La mia proposta/critica/provocazione andava (e va) chiaramente in quel senso. Perché il nostro maggior patrimonio culturale non sono le opere di Cantatore, le pale settecentesche e quant’altro. 


La nostra opera d’arte maggiore sono le anime dei cittadini, e specialmente (ma non solo) dei giovani


Che siano valorizzati, che si creino occasioni per loro. Che si faccia vivaio, non passerella e porgitura di microfoni per il saltimbanco di turno, più o meno noto.

È lì che deve puntare una Cultura degna di questo nome. È di questo che parlavo, ricordi?
E tu mi parli di ristoranti e pizzerie? 
Cose anche quelle importanti, per carità. Ma la Cultura è altro. E l’economia altro ancora. 
 
Per le politiche turistiche:
1)      Attendiamo l’esito di un finanziamento ministeriale circa la dotazione di videoaudioguide multilingue, anche per non vedenti, video tour virtuali come applicazioni per tablet e i-phone, segnaletica turistica omogenea ed a norma, materiale per non vedenti per consentire loro di “vedere” l’ipogeo della Cattedrale e le immagini dei principali vasi del Museo Nazionale Jatta.
2)      Adesione del Comune all’UCA, con cartelli posti in tutti gli ingressi alla città con la dizione “Comune amico del turismo itinerante”
3)      Bando per l’affidamento in gestione delle aree camper
4)      Programmazione di un biglietto per il Talos Festival 2012 “integrato” con visite ai beni culturali della città oltre che agli attrattori del Parco dell’Alta Murgia
5)      Supporto alla nascita di un sistema integrato di operatori quale EAT Ruvo: Esercenti Associati per il turismo
6)      Comunicazione degli eventi dell’estate 2012 a mezzo di vele e somministrazione di flyer sui turisti che arrivano sulle fasce costiere, comunicando loro strategicamente una città fresca, lontano dall’umidità del mare e all’ombra dei corsi alberati, dove poter passare qualche giornata a visitare beni culturali, assistere ad eventi o degustare prodotti tipici.
7)      Predisposizione di nuovo materiale di informazione turistica multilingue, anche in formato digitale e al passo con le esigenze del turista contemporaneo
8)      Ovviamente le luminarie natalizie, l’ottavario, il Talos Festival, la Programmazione del Teatro Comunale, la torta gigante della fine dei 150 anni dell’Unità d’Italia sono tutti eventi vissuti anche, ma non solo, in chiave di riflesso turistico. Ma turismo è anche la presentazione di EAT Ruvo che è rimbalzata su molta stampa nazionale, così come il riconoscimento della DOCG del vino della nostra Cantina cooperativa, a dimostrazione che turismo è tutto quello e che non è una categoria a se stante.
9)      Abbiamo accolto in città durante la settimana santa operatori musicali francesi che hanno studiato il fenomeno delle nostre Marce Funebri
10)   Partecipazione alla fiera dell’Agricoltura di Foggia con  alcune aziende agrituristiche per comunicare la nostra rete dei Tratturi e la presenza della via Traiana nel cuore della città
11)   Partecipazione con la Regione Puglia ad un Bando europeo per creare una guida integrata regionale della rete tratturale fruibile, associata agli attrattori ambientali e alle strutture ricettive limitrofe
12)    Presentato al GAL un progetto per riqualificare una parte dell’immobile sito in via vittorio Veneto (sopra il locale dello IAT) per creare un centro di animazione territoriale del GAL, oltre che riqualificare e creare un punto di avvio per percorsi ciclo-pedonali a partire dal pilone posto all’imbocco della via per Patanella (utimo tratto via S. Barbara)
13)   Supportato l’associazione bandistica N. Cassano che insieme all’associazione Ali di Scorta ha portato la nostra tradizione bandistica in una chiesa nelle prossimità del Colosseo a Roma
14)   Dal 6 al 8 luglio l’associazione bandistica Giandonato sarà supportata per portare la nostra musica, ma anche i nostri beni culturali, tradizioni ed enogastronomia a Pinzolo, sulle Dolomiti
15)   Una serata del Talos Festival si terrà presso il teatro Petruzzelli di Bari, portando il nostro festival in una dimensione di grande attrattività e riconoscibilità
16)   Dopo aver ospitato varie delegazioni statunitensi, compreso il sottosegretario ONU, abbiamo avviato le procedure per il gemellaggio con la Contea statunitense del Eastchester, al fine di promuovere prodotti tipici e turismo americano
17)   Abbiamo avviato trattative per il tramite della Regione con Ryanair e il circuito delle navi da crociera che sbarcano a Bari per portarle a Ruvo
18)   Abbiamo aumentato gli orari di esecuzione musicale da parte dei Bar fino alla 00:30, per consentire ai nostri giovani di poter passare le serate estive a Ruvo e non essere costretti ad un pre-serata ruvese ed un post-serata altrove anche con rischi seri, oltre che incentivare l’economia di un paese che si dice turistico ma che deve diventarlo pian piano.
19)   Abbiamo organizzato raduni con l’associazione CampeRuvo in concomitanza con la Settimana Santa e l’Ottavario
Come sopra. Molto lavoro. Poca Cultura. Un po’ di politica e l’ossessione di finire sulla stampa, eventualmente nazionale. Per cosa?

Se mi posso permettere di ricambiarti un consiglio di lettura: leggiti Erostrato di Jean Paul Sartre. Spiega molto bene le controindicazioni del voler essere famosi a qualunque costo. La micidiale ragnatela del “purché si parli di me“.
 
Nonostante la sintesi, mi rendo conto che ho già scritto troppo e quindi mi riservo di scriverti del Talos Festival in un altro articolo, così come dell’operato nel settore dello sport. 

A disposizione.

 
Mi preme precisare che tutto questo è stato fatto o avviato con un budget pari al 2-3% del bilancio comunale (Talos Festival compreso). Si può fare di più? Non credo. Si può fare meglio? Sicuramente sì. Chi amministra deve ambire a fare tutto il possibile. Nessuno pretende la condivisione totale della città, ma ogni cittadino deve pretendere, questo sì, il confronto e l’apertura alla discussione di ogni amministratore. Quella la garantisco e la garantirò sempre. 

Un punto a favore…;-)

 
Una ultima preghiera: non considerare tale articolo come finalizzato a dire “quanto sono bravo” perché io per primo non ci credo, ma lo faccio nella pura ottica della trasparenza e della critica costruttiva di cui ogni amministratore necessita per poter fare il meglio possibile. 
 
Una cosa non ti concedo: quella di parlare di non-strategia. La visione strategica c’è e come! 

Con la stessa sincerità, ti dico che sbagli. Dire che c’è una non-strategia NON significa affatto la stessa cosa che dire che non c’è alcuna strategia. Sono cose ben diverse.

Se ben ricordi, o rileggi il passo, vedrai che questo concetto è introdotto dopo la constatazione dell’uno-due Concato-Bennato. Che appunto esclude il singolo episodio e rende evidente una strategia


Che è una non-strategia NON perché non sia una strategia, ma perché è una strategia non all’altezza. Ovvero una strategia a rimorchio degli eventi e delle peggiori abitudini del circondario, senza capacità di innovazione, di scoperta e di valorizzazione della creatività, madre di ogni reale Cultura.


Tu dici: “La visione strategica c’è e come!”. Ma se la strategia è questa, forse sarebbe stato meglio non averne alcuna.


Naturalmente non sei obbligato a condividere la mia visione. Ma, per riprendere la tua espressione, non posso concederti di attribuirmi accuse che non ti ho fatto.

 
La si può legittimamente condividere o no, ma non si può dire che navighiamo a vista

Infatti non l’ho detto. Mi dici dove è scritto? 

 
pur con le tante difficoltà! Ho scritto già sei mesi fa che un assessore percepisce 400 euro mensili per il suo lavoro e che è stato votato ed eletto dai cittadini. 

Io non ho parlato di soldi. Se hai un problema con la tua retribuzione, mi spiace; ma ti prego di non attribuirlo a me, che ai soldi sono piuttosto allergico, come forse si è capito; salvo ovviamente quello che serve all’essenziale per vivere o a realizzare grandi progetti di utilità comune. Per tutto il resto non mi interessano. Se tu guadagnassi zero o 400.000 euro le mie osservazioni non cambierebbero di un millesimo.

 
Quindi questa mia e quelle che seguiranno sono un atto dovuto a te Mario quale elettore ruvese, ma a tutti i cittadini di questa città.

E questo ti fa onore. Come ti fa onore l’aver risposto civilmente alla mia precedente (per quanto costruttiva) critica.

Per quanto le nostre concezioni di Cultura rimangano abissalmente distanti, sono lieto di averti come interlocutore.


E spero che la non diplomaticità di alcuni toni, dettati come sempre da passione civile, aggravata in questo caso da iperpassione culturale – non pregiudichi la tua sicurezza nella mia stima e la possibilità di prenderci un caffé insieme. Magari invitando la Città.


Magari in una bella Notte della Cultura. A cui non hai risposto – e scommetti che ne conosco il motivo? E che, a questo punto, lo intuiscono tutti i Lettori?

mario albrizio