Voci che Uccidono – Ancora


Stamattina sono stato praticamente buttato giù dal letto. E’ il primo maggio. Giorno di festa, di memoria, di impegno civile. E diciamolo, di scampagnate.

 
Mi sto appunto accingendo a prepararmi alla gita semi-didattica alla Murgetta Rossa, uno dei tanti tesori della nostra Murgia ed uno dei pochissimi collegabili alla Resistenza o comunque al dopo armistizio – mi sto appena preparando e sono ancora in pigiama quando mi chiamano al telefono.

 
Dall’altro capo, il dramma. Una famiglia
perbene, stimata e piuttosto in vista, sconvolta da una (ennesima) “voce” assassina. Perché certe “voci” sono davvero capaci di uccidere, nel pieno senso del termine.
 
Sono proprio le parole che la signora, appena finito di piangere e ancora commossa, usa: da quando, ieri, mi è arrivata questa voce non vivo più.
E come non crederle?
Vedere il proprio figlio in qualunque modo associato al terribile episodio del 13 aprile, all’omicidio di Pino Di Terlizzi, lo ripetiamo, è devastante per qualunque famiglia.
E figuriamoci per il ragazzo.
 
Ma questo non è il primo caso. Tutt’altro. Ho il timore che non sarà l’ultimo.
 
Per questo ribadiamo qui, nel giorno in cui abbiamo indetto il nostro particolare modo di ricordare il 1° maggio, il nostro doppio appello:
 
alla cittadinanza, perché non insegua voci basate sul nulla. Ma ugualmente omicide, perché anche le persone più solide ne possono essere travolte, e quelle più emotive possono soccombere.
 
Agli Inquirenti, affinché, intanto che le indagini proseguono, concedano una conferenza stampa per chiarire per quanto possibile il contesto delle indagini in modo da tranquillizzare la città e mettere a tacere queste voci assassine.
 
A tutti, buon Primo Maggio. E l’invito a NON dare credito a nessuna voce prima di aver avuto conferma dal nostro sito o dagli altri siti che si occupano responsabilmente di questa vicenda già abbastanza dolorosa per tutti.
mario albrizio