VIVI LA PINETA, CON ANSIA

Seguendo il suggerimento sulla Pagina Facebook di RuvoLibera, informo la famiglia e decidiamo di andare in pineta per lo “spettacolino“, come prudentemente è stato chiamato. Ma anche, non nascondiamolo, per dare un’occhiata da osservatori.


L’animazione c’è – i due ragazzi si danno da fare e un gruppo di bimbi e bimbe di varie età li seguono divertiti. Pochi, ci sembra. Ma non li si può certo costringere.

Non siamo grandi frequentatori della Pineta (speriamo di rimediare in futuro), ma rispetto ad altre volte ci sembra ci sia più gente, un po’ più vita. Il bar è poco gettonato (magari l’ora?) ma c’è. Col tempo prenderà il suo ritmo.

Che l’esperimento stia funzionando?

Mmm… non proprio, per la verità. Non del tutto. Va sicuramente apprezzato lo sforzo di mettere mano ad una fisionomia più accogliente della Pineta comunale. Ma molto c’è ancora da fare.

Ecco quello che a nostro giudizio non va, e a cui bisogna porre subito rimedio, ognuno per la sua parte (Amministrazione comunale e vincitori dell’appalto/subappaltatori).

1. Il gabbiotto del bar è davvero brutto. Uno scatolotto di cemento fatto in economia, senza progetto, senza stile: senz’anima. Quattro muri in croce. Bisognerebbe almeno colorarlo per renderlo  insieme meno visibile e più attraente.
Mia moglie dice che sarebbe stato meglio di legno. Condivido. Ma osservo che in tal caso, probabilmente, a quest’ora si sarebbero già portati via tutto.

Ciò detto, est modus in rebus. La bruttezza è diseducativa quanto la bellezza è formativa. E visto che ci rivolgiamo ai bambini e alle famiglie e vogliamo fare anche cultura, la bellezza (in tutte le sue forme, anche quelle di cemento) va messa al primo posto.

2. La luce dentro al box/bar è fioca. Quella fuori, di neon bianchi, è brutale. Quando è acceso solo dentro, il box sembra un loculo; con i neon accesi fuori diventa un distributore di benzina sperduto sulla statale alle 4 del mattino. Non va.
Alla fine gli esseri umani finiscono per andare dove c’è luce. E dove c’è bellezza.

3. La sete è un bisogno umano naturale. Un tempo c’era uno zampillo. Oggi non c’è più. Mettetene subito uno. Prima che sia troppo tardi. Stessa cosa per il bisogno opposto, quando l’acqua entrata nel corpo vorrà uscire. Dei bagni all’altezza, semplici e puliti, sono un must. Forse ci sono già (non abbiamo avuto modo di verificare); ma se non ci sono, bisogna provvedere.

4. Ultimo ma più importante di tutti: la sicurezza. Siamo stati in pineta meno di un’ora e sempre con l’ansia che uno degli sfrenati ragazzini in bici, che spuntavano come schegge impazzite da tutte le parti e in ogni momento, andassero a schiantarsi su altri bambini. Magari i nostri.

Una situazione psicologicamente insostenibile e, tra l’altro, vietata. Le bici dovrebbero stare nell’apposita rastrelliera. Come mai non c’è nessuno che faccia rispettare questa semplice regola di legge e di buon senso?
Un tempo c’erano i custodi. Ora? 

La sicurezza prima di tutto. La Pineta è un bene prezioso e deve essere una fabbrica di relax, non altro. Un polmone verde ma, allo stesso modo, un polmone di serenità.

Abbiamo bisogno di entrambe le cose.

m. a.