Da 4 a 6. Gli interrogativi sul caso Pino di Terlizzi


Abbiamo rilanciato per primi, qualche notte fa, la notizia di Tgnorba24 relativa ai 6 presunti indagati sull’omicidio di Pino Di Terlizzi a seguito di rapina, il 13 aprile scorso.


Il lancio dell’emittente barese era alquanto scarno, ma un dato, uno solo, su cui riflettere, c’è.

Ed è il passaggio degli “indagati” o sospettati che siano, da 4 a sei.

Da dove spuntano quegli altri due? E, soprattutto, chi sono?

Le ipotesi sono ovviamente tante. Ma probabilmente tre spiccano su tutte.

1. C’erano due complici ad attenderli in macchina. Poco plausibile, vista la distanza di quasi 200 metri e l’ingloriosa storia della messa in moto a spinta.

2. C’erano altre due persone che facevano parte del commando in posizione defilata. Per copertura o per controllare accessi limitrofi. Possibile, ma difficile. Un’organizzazione del genere fa a pugni con i tanti elementi dilettanteschi di quell’incursione. Non si può escludere – ma insomma…

3. Oppure gli altri due potrebbero essere stati all’oscuro dell’impresa dei 4 rapinatori/omicidi ed averli attesi vicino alla pizzeria, appunto per concludere (o continuare) la serata con una pizza – come avevamo a suo tempo ipotizzato. Questo tra l’altro contribuirebbe a spiegare la stranissima posizione dell’auto, in quanto per portarla sul luogo del crimine i 4 avrebbero dovuto portare anche i due ignari amici e spiegare loro qualcosa.

Altra ipotesi è che gli inquirenti ipotizzino il favoreggiamento da parte di 2 persone estranee al commando. Ma oltre questo punto, per il momento, in mancanza di ulteriori informazioni, non ce la sentiamo di spingerci.

Non resta che attendere e sperare che la verità salti presto fuori. Nel frattempo consigliamo vivamente di NON esercitarsi nel toto-nomi, che ha già fatto fin troppi danni.