Stasi chiarisca. I polveroni e la cultura del sospetto non servono (Comunicato della Lista Insieme)


Dalla Lista Insieme riceviamo

Le dichiarazioni rese dall’ing. Michele Stasi – già Dirigente del Comune di Ruvo di Puglia ed oggi nell’organico del Comune di Gravina – alla Gazzetta del Mezzogiorno, tuttora non smentite o fatte oggetto di precisazioni, ci inducono a fare qualche considerazione.



Egli parla di “incompatibilità ambientale”, condizione e sentimento alquanto gravi che, evidentemente, non hanno radici molto lontane nel tempo, se è vero, come è vero, che egli, al quale va la nostra stima e simpatia, è stato dirigente del Comune di Ruvo di Puglia per molti anni senza mai denunciare una analoga situazione di disagio. 


Probabilmente l’incompatibilità si è manifestata all’atto dell’insediamento della nuova amministrazione con a capo Vito Ottombrini – la cui elezione a sindaco ha spiazzato più di uno – quando si mise in ferie per un mese, privando la neonata amministrazione dell’unica figura dirigenziale di riferimento.

Riteniamo che questa circostanza oggettiva sia di per sé eloquente.

Tuttavia l’ing. Stasi va oltre e sostiene di aver operato nell’assoluta trasparenza e legalità, attenendosi scrupolosamente a norme e regolamenti, dichiarandosi oggetto di strumentalizzazioni e di pressioni, la cui provenienza non chiarisce, affinché facesse cosa? Affinché non rispettasse le leggi urbanistiche? Affinché si astenesse dal compiere i suoi doveri d’ufficio con scrupolo e competenza? 

Non dubitiamo che l’ing. Stasi sia persona scrupolosa ed integerrima. Però, proprio in virtù di tali qualità che non abbiamo difficoltà alcuna a riconoscergli, gli chiediamo, nella sua duplice veste di pubblico funzionario e di pubblico ufficiale, di precisare e rendere di dominio pubblico eventuali circostanze e fatti che, se dovessero avere rilievo penale o sconfinare nell’illecito amministrativo, andrebbero sottoposti al vaglio della magistratura.

Se così non fosse, egli avrebbe sollevato un polverone senza giusta causa o giustificato motivo e contribuito ad alimentare la cultura del sospetto e del complotto che va tanto di moda in questo paese e che tutti, politici e non, abbiamo il sacrosanto dovere di fermare. 

Siamo persuasi che nessuno gli abbia messo la pistola alla tempia per costringerlo a trasferirsi in quel di Gravina o abbia adottato comportamenti lesivi della sua dignità professionale tali da sospingerlo verso altri lidi. La scelta di concorrere per un posto di dirigente a Gravina è stata solo sua né altri avrebbe potuto imporgliela o solo consigliargliela.

Questo crediamo, a meno che non ci sia – anche per questo aspetto – qualcosa che non sappiamo o che ci sfugge, e su cui gradiremmo, nel caso, una qualche precisazione.   

Nel ribadire il nostro pieno rispetto per l’uomo, per le sue qualità umane e professionali, per le sue insindacabili scelte, riteniamo che sia necessario sgombrare il campo da personalismi e veleni e ripristinare il corretto ed equilibrato andamento della macchina amministrativa, dal cui efficace funzionamento dipende il futuro del nostro paese, a cui tutti indistintamente teniamo.  


Lista INSIEME