L’Ultima Possibilità di Dio

 
 
Una foto in cui c’è tutto l’abisso del mondo.
E un grande fotografo che parla dello stesso abisso con un catastrofismo persino ottimistico. (Vedi video in fondo all’articolo).

Ci spiace per i nostri Lettori.
Anche noi preferiamo le belle notizie…:-(
 
Ma forse è ora di cominciare a guardare in faccia la realtà e ripensare il nostro modo di vivere. La nostra organizzazione planetaria
Cose del genere non dovrebbero mai accadere, da nessuna parte, per nessun motivo.
 
Una madre che cede il frutto del suo grembo al grande grembo della natura potrebbe persino avere un che di poetico.
Ma non per noi. Non per degli esseri umani che vogliano essere ancora degni di questo nome.
 
Non possiamo più sperare in nessun altro. Non abbiamo più nessuno da delegare.
 
Hanno fallito gli Stati. Hanno fallito le Chiese. Faticano persino le Ong più motivate.
 
Ora bisogna che tutti noi ci facciamo carico del nostro fardello e scendiamo in campo, come cittadini del mondo, a reclamare e costruire la Patria di tutti – che valorizzi le diversità, che renda tutti più ricchi con la reciproca collaborazione, che sia costruita sull’opportunità e non sulla paura, sulla competizione dei meriti e non sulle mafie (magari a volte diventate legge), su una prospettiva di futuro anziché sull’arroccamento alle rendite parassitarie del passato.
 
Il socialismo ha fallito. Il capitalismo si dimostra autodistruttivo e distruttivo per tutti.
 
Dobbiamo essere capaci di ripartire con qualcosa di nuovo. Che metta insieme il meglio di entrambi e ci aggiunga del suo. Che non livelli ma al contrario stimoli ed esalti le sane individualità. Ma allo stesso tempo faccia prevalere l’utilità comune sull’eccesso di individualismo e sull’egoismo. E che perciò sia capace di integrarli entrambi e così mettere dei limiti all’insolenza della sorte.
 
L’esperienza terribile narrata da questa foto non è un frutto del caso, né il risultato di un’azione diabolica o tantomeno del difetto di un piano divino.
 
E’ il risultato matematico di un mondo male organizzato e peggio gestito, che come tutte le cose male organizzate e peggio gestite sta andando incontro alla sua autodistruzione.
 
C’è chi dice che la Storia è finita, ma la verità è che, realmente, non è neppure iniziata.
 
Questo accapigliarsi sanguinario di popoli alla ricerca dei soliti simulacri, ricchezza e potere (in realtà, palliativi impotenti contro la consapevolezza della propria caducità e fragilità), è ancora Preistoria. Storia fondata sulla materia, sull’apparenza, e sul sangue
 
Abbiamo davanti a noi, come Umanità, ben altre e gigantesche imprese da compiere
 
Abbiamo tutto un Universo da esplorare e da conoscere. Senza contare gli universi dell’anima.
Ma prima di poterci proiettare nel futuro e nello spazio (in fondo, la stessa cosa) abbiamo da compiere questo passo gigantesco: superare il nostro passato.
 
  • Abolire la guerra. Senza se e senza ma. Qualunque guerra.
  • Costruire uno Stato mondiale che mantenga la pace e un minimo di equità. Solo un minimo. Solo la base da cui partire, per non mortificare – e al contrario far fruttare e massimizzare – talenti e possibilità, ricerca e scoperte e miglioramenti per tutti.
  • Custodire il pianeta come casa comune irrinunciabile.
  • Garantire la libertà di pensiero, parola, espressione e partecipazione a chiunque nel mondo. Garantire nel senso pieno. Garantire attivamente. Quasi pretendere.

 

Le nazioni ed etnie siano, se ancora vorranno esistere, strumenti della partecipazione dei propri cittadini alla comune vita planetaria, preservando la propria identità, ma sempre nel quadro del rispetto e della collaborazione con gli altri.
 
Gli eserciti aboliti, tranne l’unico esercito mondiale, fino a che ce ne sarà bisogno. 

L’immenso risparmio di risorse così ottenuto sia impiegato per assistere e istruire le persone più svantaggiate, e insieme per finanziare la ricerca e l’innovazione.
 
I nostri veri nemici, l’ingiustizia, le malattie, le disuguaglianze estreme, l’ignoranza, e tutto ciò che ne consegue, si espandono a nostro danno e ci vincono facilmente mentre noi ci accapigliamo come polli, e ci distruggiamo a vicenda come cani rabbiosi. 

Non una fine gloriosa, per una specie che ha osato chiamarsi “Sapiens”, cioè sapiente, intelligente.
 
E’ il caso che modifichiamo il nostro tiro e cominciamo ad allearci per combattere i nostri veri nemici e costruire il mondo migliore in cui abbiamo sognato, e in cui ci meritiamo, di vivere.
 
Hanno fallito gli Stati. Hanno fallito le Chiese. Con la nostra autodistruzione, avrà fallito anche Dio. Siamo la Sua ultima possibilità. Perché o il Suo piano non prevede via d’uscita. O l’unica via d’uscita, la soluzione che Lui sta aspettando, è un’umanità riunita e rinnovata, che riconquisti il suo presente e costruisca il suo futuro migliore.
 
Un futuro e un mondo in cui si possa essere diversi senza discriminazione, ricchi e poveri senza ingiustizia, giovani e vecchi senza rinunciare alla pienezza di ciascuna età, uomini e donne senza paura, senza inganno e senza dominio.
 
Conosco abbastanza la Storia per sapere che è difficile. Incredibilmente difficile. Ma tutti abbiamo occhi per vedere che non è più procrastinabile. Che oggi più che mai l’alternativa non c’è. Ci sarà guerra e autodistruzione o si dovrà sconfiggere la guerra e la sua logica, per entrare nell’era della Collaborazione (sia pure competitiva, ma per il bene comune).
 
Abbiamo poche forze a nostra disposizione, ma molto potenti. La nostra anima, che è uguale in tutti noi. Il nostro comune destino. La nostra necessità di sapere cosa c’è oltre.
E Internet, questa cosa meravigliosa che per la prima volta rende possibile (anche se non facile) la Rivoluzione Tranquilla, la rivoluzione della Partecipazione e della Conoscenza.
 
Sono queste le armi che ci possono salvare, insieme ai tanti Movimenti (ambientalisti, umanisti, animalisti, pacifisti, digitali) che in ordine sparso già combattono.
 
Sono queste le armi che ci servono. Le uniche che costruiscono davvero un mondo a misura d’uomo. 

In cui si possa vivere meglio, più a lungo, ben difesi da ingiustizie e malattie, entrambe letali; liberi e, grazie al Sapere finalmente liberato dalla dittatura del profitto, sempre più vicini alle Grandi Risposte
 
L’unico mondo in cui potremo finalmente star bene. Il Paradiso universale, se vogliamo dirla col Mito, ri-costruito da chi l’ha distrutto. Perché non ci può essere Paradiso senza Conoscenza. E non c’è Conoscenza senza lavoro, sofferenza, sforzo e dolore.
 
Così dopo un lunghissimo percorso di auto-redenzione, la specie cacciata torna a Casa. Per scoprire che Dio la stava aspettando. Che la Disobbedienza faceva parte del Suo Piano. Per tornare a parlare con Dio, davvero, ovunque e non solo nel recinto e nella finzione dei templi. 
 
In un mondo risanato. L’unico mondo in cui quel bambino potrà tornare tra le braccia della madre. 
 
mario albrizio